Erano mesi che lo aspettavo: Beer Hunter – The movie , il film su Michael Jackson , è finalmente uscito. John Richards, l’autore, l’ha finanziato (anche) con un progetto su KickStarter raccogliendo oltre 44.000 dollari, e anche io avevo contribuito alle donazioni a Dicembre 2011.
Dopo numerosi ritardi e annunci finalmente sono venuto in possesso della copia “WEB” (quella con gli extra mi arriverà per posta).
Ho quindi aspettato il download (4 GB…) preparando i popcorn (e le birre…) e ho premuto Play.
Il film dura circa un’ora e mezza (ma raggiunge le due ore con i credits, i ringraziamenti e i bloopers) e la maggior parte dei contenuti sono riprese fatte intorno al 2004 , quando l’autore seguiva MJ durante i suoi tour per conto del Rare Beer Club che aveva intenzione di realizzare un documentario sul maestro, ed interviste a chi lo aveva incontrato in quel periodo. Il montaggio è un misto tra 16/9 e 4/3 e mi ha dato un’impressione più da “homebrewer” che da Spielberg.
L’audio di Jackson è quasi sempre in presa diretta e non microfonato, quindi non è facilissimo da capire (non ci sono sottotitoli) ma bello da ascoltare, mentre le interviste sono più chiare.
Ma veniamo alla domanda cruciale: com’è?
Triste.
Per la prima ora del film mi sono chiesto che senso abbia un documentario del genere: Michael Jackson è palesemente sofferente, quasi goffo, con alle volte difficoltà evidenti nell’esprimere i concetti che ha scolpiti nella mente (imho) : nella serata con Calagione mi viene quasi da dire “ma mandatelo a letto, poverino!”.
Michael, allo spettatore medio, sembrerà un alcolista, uno che “ha fatto qualche tasting di troppo” (cit.) ma invece è un uomo orgoglioso e forte che lotta contro una malattia bastarda. Che senso ha farlo vedere così? Che senso ha violentare la sua arte con questi sguardi vuoti e con questo malfermo reggere il bicchiere?
Non lo capisco. Certo, l’autore aveva ore di girato e una fortissima ammirazione per il Maestro, ma…
E’ un po’ come fare un documentario su Brigitte Bardot e metterci solo foto così.
L’ultima parte poi, con i brindisi alla memoria e le parole commosse di chi l’ha conosciuto aumentano l’ombra nera malinconica e disperata che si staglia su questo lavoro. Ne ricavo un fortissimo senso di perdita che il movimento americano ha per quella che ritiene essere una delle sue guide e principio scatenante. Mi sono piaciute le parole di Fritz Maytag di Anchor che ne parla in modo spontaneo e leggero e quelle di Sam Calagione che è un bravissimo comunicatore. Altre sembrano parole un po’ di circostanza.
Per me , che MJ non l’ho mai incontrato ma l’ho solo tetto tantissimo, vissuto nelle parole altrui e seguito nei documentari Beer Hunter (li trovate su youtube) questo film è una specie di pugno sotto la cintura che, quasi quasi, vuoi che ti mandi KO prima della fine.
Qualcosa salvo: alcuni colpi di classe strappati al Parkinson, alcune battute profondamente British, l’occhio con cui guarda le birre e la scena del taxi in cui ho avuto un “pericolosissimo” link mentale con Kuaska, ma si sa, il genio spesso rima.
Chiudo con una provocazione: quando gli americani cercano di fare un remake di qualcosa di europeo spesso non ne capiscono il senso e riescono nel difficile compito di rovinarne la magia mettendo troppo dove serve poco e togliendo quello quello che rendeva la ricetta equilibrata. Forse se il regista fosse stato British sarebbe stato più nelle mie corde. Ma non lo è ed è un vero peccato.
PS
Se qualcuno di voi l’ha visto e ha un’opinione diversa, sono qua per parlarne, e spero di essermi davvero sbagliato
Nota Bene: il film “Beer Hunter The Movie” è un progetto commerciale quindi sarà (non so come, non so quando) in vendita sul sito del progetto . Io l’ho visto perchè ho pagato $30 dollari per finanziare il film oltre un anno fa e domenica ho ricevuto il link per scaricare la mia copia digitale (e sono in attesa del DVD con la versione “estesa” che mi arriverà per posta). In pratica è come se avessi visto lo Hobbit alla conferenza stampa: se vuoi sapere come vederlo anche tu, semplice: paga il biglietto…
Spero di essere stato chiaro.