A una settimana dal ritorno da un paio di settimane attraverso l’Europa birraria sento già la nostalgia delle giornate passate ad aggiornare i profili sensoriali del mio palato, a tarare il mio olfatto e a sviluppare la mia conoscenza dei nuovi e vecchi trend del vecchio continente (leggi: “bere” ndr).
Questi giorni mi hanno portato a riflettere su molte cose, e questo post riassume, a mo’ di elenco, le opinioni sparse, le sensazioni e le scoperte di questa vacanza/aggiornamento.
Svilupperò in seguito alcuni punti in post specifici, con i miei “consigli” e le mie impressioni su cosa e dove bere quello che mi è piaciuto di più.
- Gli italiani sono dappertutto. Non passava giorno che non incontrassimo un appassionato che era “in giro a bere”
- Le birre italiane al GBBF hanno fatto una gran figura. Siamo pronti per avere un banco nostro, spine nostre e orgoglio nostro. Grazie a chi era lì per la causa. Siamo l’America del vecchio continente.
- A Londra qualsiasi ventata “nuova” mi sembra copiare gli USA: dalla tap room “a muro” a i mille frigo stracolmi, dall’American BBQ alle Imperialate varie. Un nuovo che a me sembra vecchio.
- A Londra non si beve benissimo: in luoghi sacri come il Wenlock o il GBBF il 50% di quello che compravo lo buttavo. Arrotondando per difetto.
- Sheffield è tradizione e innovazione, lassù sanno come si fa birra ecome la si serve (e come la si beve…)
- La Capsule a Lilla è un posto splendido: con un po’ più d’esperienza e senza lasciarsi guidare troppo dall’etilometro diventeranno grandissimi (leggi, meno pigne)
- Cantillon è uno dei 5 migliori pub al mondo, definitivo.
- La IV Saison è tornata su buoni livelli, ma per fortuna che c’è la Zinnebier.
- Le Koelsh “industriali” sono inquietanti: ne bevi 25 e non te ne accorgi. Ma poi finisci i soldi e smetti.
- Andreas Gaenstaller è il miglior birraio di Germania. Forse d’Europa, Italia esclusa per impossibilità di confronto.
- In (nord) Franconia ti riappacifichi col concetto di “birra da bere” e con l’uso di poche parole per definire la birra che bevi.
- In Germania le birre sono carbonatissime. La Bertier di fantozziana memoria era naturale a confronto. Perchè?
- Mahrs Bräu è tornata con una U in forma. E presto con novità quasi incredibili per la Germania tradizionalista…
L’immagine è un’elaborazione della copertina dell’album “Appunti di viaggio” di Paolo Conte © 1982 edizioni musicali RCA Musica
Contento che anche tu abbia trovato una U in formissima. E’ stata la mia migliore bevuta del recente viaggio in Franconia, almeno all’interno di Bamberga. Qualcuno non credeva alle mie parole, per fortuna trovo un valido riscontro nelle tue.
Se parliamo di bevute a Bamberga, anche la U di Spezial era in forma galattica, con una punta meno dolce e una chiusura più secca/amara. Nel mio personalissimo cartellino è stata una gara punto a punto tra le due con bomba risolutiva di Spezial sulla sirena. Ma erano anni che non bevevo una U di Mahr’s così. La ricetta della U di Mahr’s è stata leggermente modificata ultimamente proprio per dare una maggiore importanza alle note maltate. La filosofia è “se la bevono le donne, allora la bevono anche gli uomini”. E non la danno più nel boccale di ceramica perchè “devi vedere quello che bevi”. Amen.
Senza considerare le perle di saggezza non solo birraria che ci ha regalato al tavolo il buon Stephan, birraio e proprietario della Mahr’s…Se mai si concretizzasse la sua idea di albergo a Bamberga, penso che sarebbe il caso di chiedere un affitto annuo…Comunque con la U di Mahr’s quest’anno ho fatto poker, con assaggi non sempre di livello, stavolta era in formissima, invece devo dire che la Ungespundet della Spezial si presenta sempre in forma eccellente, in qualsiasi visita, un punto in più.
Tyrser fa il modesto e non cita numeri importanti del nostro tour: 25 pub visitati in tre giorni tra Londra, Sheffield e Castleton, tutti con sonore bevute”per testare”…All’età nostra ci sappiamo ancora difendere!!!
[…] Tyrser ha poche ore fa pubblicato un nuovo post sul suo blog in cui riporta alcune impressioni della sua estate in giro per l’Europa. […]
la capsule, eh? ma non ci credo, ci sarò passato davanti dieci volte senza mai entrare. che belina. la settimana prossima rimedio