Gli stili e le parole pesate

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Ho recentemente trattato la mia idea sull’importanza degli stili per chi si avvicina per le prime volte a delle birre di qualità e il post ha avuto qualche commento più del solito ispirando anche un articolo su Cronache di Birra.
Dato che il tema è ancora caldo ho deciso di riprendere il discorso sugli stili, ma in un modo completamente diverso. La mia mente malata mi ha portato a chiedermi quale fosse il peso delle parole usate per descrivere gli stili birrari. Non quindi il contesto, le descrizioni o i dati ma le parole, nude e crude, private dal loro contesto, messe sulla bilancia e pesate. Ho preso in esame tre fonti anglosassoni (BJCP, Brewers Association e CAMRA) e , per quanto riguarda l’italiano, la classificazione degli stili di microbirrifici.org. Ho preso le rispettive linee guida, ho rimosso le parti comuni (ad esempio ho eliminato il riassunto di ogni stile per non permettere a sigle come OG o IBU di “inquinare” il risultato) mantenendo solo le parti descrittive.  Da qui, usando un approccio molto web 2.0, ho creato delle Tag Clouds grafiche per vedere cosa sarebbe successo. Ecco il risultato, visivo e diretto.

BJCP

rappresentazione visiva delle parole pesate della descrizione degli stili del BJCP
rappresentazione visiva delle parole pesate della descrizione degli stili del BJCP

BREWERS ASSOCIATION

rappresentazione visiva delle parole pesate della descrizione degli stili della Brewers Association

rappresentazione visiva delle parole pesate della descrizione degli stili della Brewers Association

CAMRA

rappresentazione visiva delle parole pesate della descrizione degli stili del CAMRA
rappresentazione visiva delle parole pesate della descrizione degli stili del CAMRA

Somma dei tre elementi di lingua inglese

rappresentazione visiva delle parole pesate delle descrizioni degli stili in lingua inglese
rappresentazione visiva delle parole pesate delle descrizioni degli stili in lingua inglese

all’italiano ci pensa microbirrifici.org

rappresentazione visiva delle parole pesate della descrizione degli stili in italiano di microbirrifici.org
rappresentazione visiva delle parole pesate della descrizione degli stili in italiano di microbirrifici.org

Anche AssoBirra in effetti “descrive” gli stili

Parole chiave usate da Assobirra per descrivvere gli stili
Parole chiave usate da Assobirra per descrivere gli stili

Sicuramente la rappresentazione grafica dei documenti risulta intrigante:  le parole chiave estratte dalle descrizioni del CAMRA sono un compendio della storia e degli stili birrari anglosassoni con ben evidente la dicotomia Ale-Beer. BA e BJCP presentano un gran numero di risultati simili tra cui si fa ben vedere un grosso “may”: una buona parte delle descrizioni contengono quindi dei “potrebbe” che fanno capire come, forse, sia sempre più difficile tracciare i confini tra gli stili.
Microbirrifici non si dissocia molto: anche qui il campionario dei termini descrittivi è completo, ma il “potrebbe” qui è sostituito dal “dovrebbe”: forse perchè in Italia siamo un po’ più creativi e un po’ meno attenti ai dettami stilistici? 🙂
Analizzando AssoBirra si nota come i colori e l’alcolicità delle birre spicchino ben evidenti. E’ difficile decidere se questo avviene perchè le descrizioni siano superficiali o perchè vengano usati i parametri più facili da capire dai bevitori occasionali. E quella “bottiglia” abbastanza evidente mi fa pensare al fatto che in Italia spesso l’equazione, sbagliata, è birra di qualità = birra in bottiglia.

Un ultima nota personale: è sempre ben evidente la parola diacetile:  tanto per sottolineare una volta di più che questo difetto/pregio si muove sempre sul limite della legalità. La sua soglia di percezione è molto personale ma per me quando si manifesta in un pub inglese ti fa sentire un po’ più a casa…

12 Commenti

  1. Spettacolo! Bel lavoro, complimenti! Sarebbe bello integrare il lavoro con le tag cloud degli altri Paesi di tradizione birraria… ammesso che ci siano fonti valide da cui attingere

    • Il problema è padroneggiare le altre lingue abbastanza per capire, a spanne, di che si parla 😉
      Per la lingua italiana un paio di integrazioni sono fattibili (ad esempio A§§obirr@…)

    • Tutta invidia. Raggiungo il Beervana, lo stato in cui ci si libera delle birre di merda, proseguendo sulla strada dell’inluppolamento.
      Il beervana è oltre il pensiero razionale e con questi post lo dimostro.
      E poi hai visto che bei disegni? Quasi da farci il Test di Rorschach… 🙂

  2. stai all’occhio che nella mia tuttologia ovviamente mi intendo anche di machine learning ed ho un oscuro passato confinante con l’image recognition, altro che test di Rodersch 🙂

    beervana te lo ciulo

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