Ormai per me il BdB day è un impegno fisso, un circoletto rosso sul mio calendario birrario dell’anno: lo aspetto per rivedere vecchi amici e per incontrarne di nuovi. Anche quest’anno l’ho iniziato il venerdì facendo visita al nuovo locale Buskers, passando poi per Trastevere e finendo al Mastro. E come al solito vado a dormire parecchio torbato e due ore dopo quello che era il limite che mi ero imposto.
Ma il viaggio permette, più o meno, di riprendersi.
Arrivando da Roma, all’uscita autostradale Valle del Salto è come se si aprisse un varco verso una dimensione diversa. Borgorose è infatti uno stato mentale, è quel posto dove succede sempre qualcosa, dove mi diverto, dove c’è sempre gente amica e dove, per assurdo, il concetto di birra viene scomposto e ricostruito.
In uno dei birrifici più grandi d’Italia, leader di settore e di respiro internazionale, entro in quella sensazione di pace con il concetto di birra da bere che in così pochi altri posti riesco a trovare. In pratica Borgorose è una specie di Nicchia senza il salame ma con l’agnello.
I tre giorni al Borgo sono stati intensi. La festa è stata ben organizzata, con 63 (!) birre alla spina e cibo ottimo (però non voglio più sentir parlare di galletto per un mese minimo, ne abbiamo fatto indigestione!). Abbiamo spillato come pazzi fin dall’apertura e ho servito decine di litri di Overdose di Opperbacco e soci ad un pubblico eterogeneo e curioso.
Ma l’importanza del BdB Day sta sempre nel fatto che riesce a far condividere sacro e profano della birra in modo naturale, rendendo una festa di paese il palcoscenico ideale per birre e personaggi birrari. Sembrano lontanissimi i tempi “stile grigliata con gli amici” di Colle Rosso (la vecchia sede del birrificio) ma non lo è lo spirito di festa.
C’era il Bonci, icona gastrofigetta, a friggere l’impossibile e Roy Paci, quello che vedi in tivvù, a sonorizzare i pomeriggi. Ma c’erano anche il prato, i bicchieri di plastica, il “famme ‘na birra qualunque”. Opposti solo sulla carta che si ritrovano in equilibrio senza alcuno sforzo. Poi c’era Andreas Gänstaller , birraio e amico, a chiudere il cerchio emozionale con i suoi abbracci che quasi non ti vogliono far andare via mai.
Ci sono stati i laboratori, molto interessanti, il cibo sempre adeguato, un bel teaser di Beer in Italy e tante tante birre di ottimo livello. Ma il senso di questo report non è quello di essere una “fredda” lista di “celo celo manca”.
Il BdB day è uno stato mentale, dicevo, e quindi ha una valenza personale che rimane mia.
Il mio consiglio è quello di fare un “salto” a Borgorose, per uno dei tanti eventi che vengono organizzati da Leonardo e dal suo staff. Vedrete un mondo birrario diverso, o con un approccio diverso. Che a me piace tanto.
E se invece non lo vedrete, comunque qualcosina da bere c’è sempre.


